“What d'ye see?” cried Ahab, flattening his face to the sky.
“Nothing, nothing sir!”
Herman Melville, Moby Dick, Chapter cxxxiii, The Chase, first day, 1851, London, Wordsworth Classic, 1993, p. 446.
In mostra presso la Galleria Mazzoli sono presentate le ultime ricerche di
Ariel Cabrera Montejo (1982, Cuba),
Hugo López Ayuso (1989, Spagna),
Rafael Megall (1983, Armenia),
Maria Pääkkönen (1988, Finlandia) e
Xue Ruozhe (1987, Cina).
I cinque artisti, quattro dei quali alla loro prima esposizione in Italia, presentano opere che riflettono sulla dimensione dell’illusione e del mimetismo nella pittura e nel disegno, oggi. I lavori si strutturano in infiniti piani narrativi, insistendo pittoricamente e concettualmente sulla dimensione dell’irrealtà e della menzogna, e delle possibilità che questa offre in un’ottica di sopravvivenza. Proprio il mimetismo, che può essere considerato una, se non la più, ragionevole risposta evolutiva a ciò che è definito "realtà" è stato il punto di partenza per pensare le opere prodotte per Seeing Whales. Le stratificazioni culturali hanno permesso agli artisti di creare una continua somma di prospettive differenti, in una dimensione caleidoscopica che confonde le origini della visione, giungendo a una sequenzialità incessante delle fonti e delle modalità pittoriche stesse.
I lavori di Hugo López Ayuso racchiudono una stratificazione narrativa assai complessa, che combinano il dramma grottesco con un’atmosfera onirica e anti-realistica propria della dimensione visiva e fisica del teatro, unita a riproposizioni di personaggi intrappolati in dipinti storici. L’iper-realtà dei cartoni animati vive in spazi senza ombre, che condannano lo spettatore ad uno sguardo fisso, non dissimile dalla relazione con le icone. Ariel Cabrera Montejo unisce fonti storiche della storia di Cuba ad una dimensione totalmente giocosa, teatrale e scenica, costruita su una continua alternanza dei piani del dipinto e di inquadrature fotografiche. Le opere della serie “La tregua fecunda” mostrano la sensualità della pittura ad acquerello del cubano nel dipingere una dimensione molto più intima, nei "camerini", fuori dai riflettori spesso invece presenti nelle sue opere. Maria Pääkkönen opera invece entro una dimensione del disegno quasi “artica”, totalmente priva di elementi accessori: il suo disegnare non descrive storie al mondo, ma sottrae. Le opere di Xue Ruozhe confondono anch’essi piani, in un mondo onirico di sosia, assolutamente senza suono: gemelli camminano per la galleria, senza mai guardare, e guardarci. Rafael Megall, in mostra in seguito alla sua partecipazione alla 57. Biennale di Venezia, nel Padiglione dell’Armenia, descrive delle figure scomposte e ricomposte metodicamente, derivate anche dall’epica persiana di migliaia di anni fa. L’eccesso della decorazione, la tessitura pittorica quasi ad arazzo, richiama tecniche della miniatura e dell’oreficeria, con però colori e soggetti anche pop.
Solo nel 1975, molto tempo dopo che avevamo visto la Terra dallo spazio, una balena fu per la prima volta fotografata sotto l'acqua, nel suo habitat.