4 giugno - 27 luglio, 2024
Breakdown - Christian Fogarolli
Galerie Mazzoli // Eberswalder Str. 30, Berlino
Christian Fogarolli ha conseguito nel 2010 il Master Dentro l’immagine: studio, diagnosi e restauro dei dipinti antichi,
moderni e contemporanei presso l’Università di Verona e si è laureato l’anno successivo in Conservazione e Gestione dei Beni Culturali presso l’Università di Trento.
La sua ricerca è caratterizzata dalla relazione fra arte e teorie e discipline
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COMUNICATO STAMPA
Galerie Mazzoli inaugura Breakdown, seconda mostra personale nello spazio Berlinese di Christian Fogarolli (Trento, 1983).
Nella pratica artistica di Christian Fogarolli, passato e presente si intrecciano in opere che ibridano diversi metodi espressivi: fotografia, installazione, scultura e pittura; tracce e frammenti
di un tempo indefinito si legano a materiali vitrei, specchianti, metallici, organici e tecnologici.
La mostra offre al pubblico l'opportunità di interagire con un corpus di nuove opere installative in cui viene messa in discussione la separazione tra corpo e mente, normalità e devianza,
con l'intento di stimolare una riflessione sulle attribuzioni normative di malattia, emarginazione e categorizzazione nella nostra società.
Breakdown presenta un percorso che prevede la distruzione di immagini, reali o false che siano; figure e tratti sono sottoposti a sollecitazioni fisiche attraverso strumenti, utensili o azioni che ne
invadono la superficie, estraendone una materia viva.
Nella grande installazione Le Pendu, ad esempio, immagini fotografiche provenienti dagli archivi di vecchi ospedali psichiatrici sono manipolate in forme astratte e successivamente agganciate a
catene metalliche e appese alle pareti come corpi o brandelli di carne in una macelleria. Le Pendu incarna letteralmente l'emarginazione dei malati. Incarna l'annientamento dell'umano, trasformando
un ritratto in una scultura severa, un elemento apparentemente organico che emana la reminiscenza di un'esistenza inutile.
Allo stesso modo, nelle opere Cut memories e Crush test, fogli di metallo impressi con pigmenti sono compressi, tagliati e schiacciati rispettivamente da una macchina per la pasta e da
una morsa da banco. Queste manipolazioni brutali funzionano come azioni di distruzione della memoria e come metafore delle costanti pressioni psicologiche presenti nella società contemporanea.
L'installazione tecnologica Eternal Return, invece, riflette sui concetti di ripetizione e individualità. L'opera raffigura un meccanismo di orologio accostato a un frammento di vetro verde che si
riproduce all'infinito attraverso un effetto ottico. Grazie alla natura riflettente della superficie dell'opera, l'immagine dello spettatore si riverbera al suo interno. In questo caso, Fogarolli sfida la
rappresentazione dello spettatore stesso, il cui volto viene nuovamente disumanizzato per diventare parte di un meccanismo vivente, un marchingegno tecnologico che ci ricorda che non esistiamo
solo come singolarità, ma come ruote in ingranaggi dipendenti dal contesto, sostituibili e duplicabili, mossi da forze, a partire dal tempo, al di fuori del nostro controllo.
Le opere sopra descritte esemplificano i tratti peculiari della mostra, e più in generale della produzione di Fogarolli nel suo complesso, che espone con coerenza una forma di concettualismo
psicologico tanto polimorfico quanto tematicamente coerente. Il titolo della mostra, Breakdown, nei suoi molteplici significati di collasso e classificazione, riassume perfettamente questi tratti. In Breakdown
la combinazione di scultura, pittura, stampa e oggetti trovati permette a Fogarolli di riaffermare la sua fascinazione per le pratiche d'archivio e la psicologia umana, e di creare un insieme di opere d'arte
la cui originalità è evidente tanto quanto il suo desiderio di spingere il pubblico all'auto-introspezione e all'autocritica.