"I shall willingly pause" è la prima mostra personale dell'artista di Amburgo Felix Kiessling presentata dalla Galleria Mazzoli presso lo spazio Glashaus a Düsseldorf.
Un enorme orologio (Zeitzeichnung, 2019) ticchetta in una stanza buia, la sua lancetta trascina una roccia, che lascia una traccia nera del suo passaggio. Ad ogni giro, il segno è leggermente
diverso: alcuni fattori esterni ed incontrollabili influiscono infatti sulla sua azione, che risulta così imprecisa. Questo strumento di misurazione del tempo risponde a fenomeni ambientali contingenti che
non possiamo controllare, come i piccoli movimenti sismici e la temperatura. Perfino la roccia stessa si comporta in modo diverso ogni volta.
Per migliaia di anni l'uomo ha tentato di comprendere la geometria dell'universo; la ricerca di Kiessling ha in parte origine da questo atavico esercizio umano di afferrare le dimensioni cosmiche.
Egli, tuttavia, non cerca di rappresentare il tempo, come farebbe un artista, né insegue una misurazione esatta di esso, come farebbe uno scienziato.
Kiessling è deciso a catturare il tempo.
Di fronte a questo orologio siamo invitati a metterci in pausa, osservare e meditare: questo dispositivo non mira all'esattezza, piuttosto accoglie l’inesattezza, invitandoci ad accettare che le
cose sono, in definitiva, fuori dal nostro controllo.
Tema cruciale nella storia del pensiero umano, la misurazione del tempo e dello spazio si è rivelata una sfida che ha dato origine a invenzioni straordinarie. Felix Kiessling sta percorrendo questa
direzione, senza seguire però paradigmi prestabiliti, ma piuttosto capovolgendoli. La sua ricerca mira a mettere in discussione non solo il tempo e lo spazio, ma anche il modo in cui li attraversiamo e
il problema della misurabilità stessa.
La sensazione di assenza di qualcosa che dia un senso di proporzione all'interno dell'esperienza empirica dell’universo è ciò che da origine esperimenti di misurazione di Kiessling. Le sue opere sono
infatti oggetti e immagini che riflettono questa assenza e concretamente cercano di incarnare il tempo e lo spazio. Nella serie Erddurchstechung (Berlin-Buenos Aires) una foto mostra due luoghi opposti
del globo uniti da un vettore che sembra perforarli da un lato all'altro. Per ottenere questo effetto, l’artista ha raggiunto due punti remoti della Terra e ha inserito due pali nel terreno. Tuttavia, anche se
la traiettoria del vettore è disegnata con precisione matematica, lo sforzo creativo non ha lo scopo di misurare, quanto cancellare limiti e distanze. Due luoghi opposti del pianeta sono ora virtualmente
uniti da un gesto che non è solo simbolico: i pali infatti sono destinati a rimanere lì per sempre.
L'artista si colloca all'interno dell'attuale discorso critico che indaga il tempo e lo spazio come fenomeni fisici e geologici. Tuttavia, la sua ricerca suggerisce un'ulteriore ragionamento, distaccandosi da
ogni sorta di prospettiva ecologica o politica. Il suo lavoro si allontana infatti dagli approcci di carattere politico-sociale e antropocentrici, in quanto trascende i confini della nostra percezione.
Kiessling compie un ulteriore passo avanti nella ricerca artistica contemporanea intorno alle dimensioni fisiche e ai fenomeni naturali, spingendola al di fuori dell'attuale dibattito basato su scala umana.
Il nuovo sistema di riferimento che l’artista ha creato è una logica nuova, che supera e sovrasta l'umanità - in senso cronologico, fisico e semantico- andando oltre i confini dell'esistenza e dell'esperienza umana.
Lucia Longhi
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