16 Giugno - Settembre 2018
New Paintings - Ross Bleckner
Galleria Mazzoli // Via Nazario Sauro n.62, Modena
Ross Bleckner (New York, 1949) frequenta la New York University assieme a Sol Lewitt e Chuck Close e dopo la laurea
si specializza al California Institute of Arts di Valencia (CA), dove conosce David Salle.
A partire dagli anni '80 fa parte della comunità artistica newyorkese e ne diventa un esponente di
spicco. I suoi primi lavori, denominati Stripes e ispirati agli esiti della Op art, sono composti da una
serie di righe verticali di diversi colori che si alternano sfruttando le leggi dell'ottica. Alla fine degli
anni '80 realizza una serie
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COMUNICATO STAMPA
ROSS BLECKNER: NEW PAINTINGS 2017-2018, la terza mostra del lavoro dell’artista alla Galleria Mazzoli di Modena, dal 16 giugno fino a settembre 2018, è curata da Richard Milazzo e
accompagnata dal libro The Corner of the Room: Ross Bleckner’s Paintings of the 1970s.
Oltre ad essere il catalogo di questa mostra dedicata ai “White Paintings”(2012-18) e la presentazione più completa dei “Blue Monet Paintings” (2011-18), The Corner of the Room
per la prima volta documenta i lavori dell’artista degli anni ’70 e riprende il filo del discorso dove lo aveva lasciato il secondo volume, The Flower Paintings of Ross Bleckner. Il libro
presenta i lavori più importanti dell’artista dal 2011 ad oggi: la serie Brain (2012-15), i “Black Monet Paintings” (2012-17), la serie Treasury of Light (2013-14), la ripresa di Architecture
of the Sky (o “Dome Paintings”) (2013-16), i provocatori Burn Paintings (2015-17), la ripresa dei “Bird Paintings” (2016-17) e i “Cy Paintings” (2018) – piccoli ma raffinatissimi omaggi che si
ispirano alle fotografie di Cy Twombly.
In questo terzo volume The Corner of the Room, invece di produrre un testo comprensivo, l’autore e curatore ha scelto di condurre una serie di conversazioni con l’artista,
analizzando in primo luogo le opere degli anni ’70, ma includendo anche i lavori più recenti, a partire dal 2011, tra cui quelli esposti in questa mostra, i “White Paintings” e i “Blue Monet Paintings”.
Questo approccio più personale ha aperto uno scorcio non solo sul passato prossimo ma anche su anni più remoti e sul presente. Tra le tematiche discusse e le esperienze disvelate ci sono il desiderio
inarrestabile e il vano tentativo di arrivare alla superficie ‘perfetta’ nella pittura astratta, lo scontro con la realtà sostanzialmente asintotica di infinite soglie, la contraddizione di volere che questo stesso
dipinto superi i propri limiti per parlare dei problemi sociali del mondo in senso più ampio. Vediamo come l’artista cerca di confrontarsi con il “nocciolo duro del Chi siamo?”, rifiutandosi di negare questa
realtà ma al tempo stesso restando consapevole che molto di ciò che di ogni data realtà consideriamo scontato in verità è un costrutto, e dunque potenzialmente soggetto al cambiamento.
Osserviamo Bleckner evolversi per uscire dagli angusti angoli esistenziali della sua vita e dei suoi lavori degli anni ’70, allontanandosi dai parametri normativi del Minimalismo e Concettualismo per
andare, in questo periodo, verso un’estetica e un ethos post-costruttivisti, nel tentativo di dare vita a “strutture dell’emotività” che possano fargli apparire il suo lavoro meno “messo all’angolo”
e arrivando in conclusione a creare i suoi dipinti “Grid” e i famosi “Op” o “Stripe” nei primi anni ’80, e da lì poi i “Memorial Paintings” o “AIDS Paintings”. È questa traiettoria libidica ma disciplinata
che infine sfocia negli sfaccettati “Flower Paintings”, che si confrontano più in generale con la condizione umana della mortalità. Lungo il percorso, Bleckner entra in dialogo formale con artisti come
Piero della Francesca, Tintoretto, Goya, Manet, Monet, Malevič, Picabia, Nolde, de Kooning, Newman, Cy Twombly, Guston e Smithson – ma trasformandone a fondo le influenze, persino quando
cita un mazzo di fiori portogli da Manet sul letto di morte o una singola ninfea di Monet. Altri temi toccati dalla conversazione sono la “gioventù assurda” a Long Island; la frequentazione di Cal Arts;
l’omicidio, l’entropia, il Mudd Club e il mondo dell’arte nella New York degli anni ’70; il Buddismo, il tentativo di essere consapevoli, i Dimenticati, l’episodio attorno al dipinto Sea and Mirror con Alec Baldwin,
che fu a suo tempo oggetto della pagina di pettegolezzi mondani del New York Post; mettere le dita nel fuoco dei Burn Paintings, l’oblio e i repulisti per i posteri. E, ovviamente,
la bellezza incomparabile dei “Blue Monet Paintings” (o di quelli che l’artista definisce i suoi “White Paintings”). L’autore/curatore scrive: “Forse sono queste punteggiature di colore […] che distinguono non solo i “Blue Monet” dai loro predecessori, i “Weather Paintings”, ma gli conferiscono anche la loro squisita fisiognomica. É un colore fondamentalmente imbevuto di impermanenza, della sensazione che esso (un qualsiasi colore) potrebbe non comparire mai, non risuonare mai un’altra volta in modo simile. Possiamo dire lo stesso anche delle forme. Non sentiamo forse esattamente lo stesso davanti al dipinto di una ninfea di Monet, con le sue incoercibili ma inafferrabili sottigliezze di forma e di colore? E così anche le appena visibili e appena sostenibili “strutture dell’emotività” nel mondo galleggiante dei Blue Monet sopravvivono alla percezione. Facendo apparire ogni segno, ogni traccia di colore tanto più prezioso, tanto più introvabile, tanto più indispensabile – come la vita unica di una persona, anche se sappiamo che l’umanità continua, presumibilmente, e che nel tubo o nella ciotola da cui queste forme e questi colori sono usciti la pittura non è ancora finita”.
The Corner of the Room: Ross Bleckner’s Paintings of the 1970s contiene un’estesa conversazione con l’artista svoltasi nel corso di diverse giornate e commentata dall’autore, 500 illustrazioni a colori e in bianco e nero, 145 tavole a colori dei più importanti lavori di Bleckner, una storia esaustiva delle sue mostre, una bibliografia completa e un indice delle opere dell’artista.
ROSS BLECKNER è nato a New York nel 1949. Si è laureato alla New York University nel 1971 e specializzato alla Cal Arts nel 1973. Molti dei maggiori musei e gallerie del mondo gli hanno dedicato mostre personali, tra questi il Guggenheim di New York nel 1995. Bleckner fa parte del consiglio di amministrazione di AIDS Community Research Initiative of America (ACRIA), un centro senza scopo di lucro per la ricerca e l’educazione sanitaria che ha contribuito a fondare. Nel 2009 è stato nominato Goodwill Ambassador dalle Nazioni Unite, il primo artista a ricevere un tale riconoscimento. Poco dopo, è andato a Gulu, in Uganda, per lavorare con ex bambini soldato e sequestrati. Insieme a questi ragazzi ha creato opere d’arte che sono state vendute a una mostra di beneficenza delle Nazioni Unite da lui stesso curata, Welcome to Gulu. I proventi della vendita sono stati impiegati a sostegno del lavoro delle Nazioni Unite per contrastare il traffico di esseri umani in Uganda. Bleckner è stato premiato dal Parrish Art Museum di Southampton, New York, per il suo “notevole contributo a cause umanitarie e culturali in tutto il mondo”.
catalogo mostra
Ross Bleckner
The Corner of the Room: Ross Bleckner’s Paintings of the 1970s.
Curato e con testo di Richard Milazzo
480 pagine, immagini a colori
500 copie numerate
Pubblicato da Galleria Mazzoli. Modena, 2018.