23 Settembre - 15 Novembre 2017
Jonathan Binet
Galleria Mazzoli // Via Nazario Sauro n.62, Modena
Jonathan Binet è nato a St. Priest (Lione, France) nel 1984, vive e lavora a Parigi.
COMUNICATO STAMPA
Sabato 23 settembre, alle ore 18:30, la Galleria Mazzoli inaugura le mostre di Jonathan Binet (Lione, Francia, 1984) e Jason Matthew Lee (Chicago, Stati Uniti, 1989),
entrambi alla loro prima presentazione personale in Italia.
Jonathan Binet realizza quadri dotati di una marcata qualità oggettuale e, al tempo stesso, smaccatamente grafici, come se fossero disegni tracciati sulle pareti dello spazio espositivo.
In bilico tra disegno e scultura, ma anche tra forme esuberanti e scarne geometrie; assemblaggi e decostruzioni; “finito” e “non-finito”; dislocati nello spazio espositivo secondo logiche
allestitive che chiamano in causa tanto l’autonomia dell’opera quanto la sua mondanità, i quadri di Binet sono “campi di possibilità” nei quali l’artista esercita il proprio diritto alla libertà creativa.
Quest’esercizio è un procedere empirico, per arresti, errori e inversioni di marcia. I suoi risultati sono spettri di composizioni armoniose, perché manifestano piuttosto la volontà dell’artista di
estraniarsi dall’apparato discorsivo, produttivo e distributivo della pittura.
Tra le opere che Binet ha realizzato per la Galleria Mazzoli figurano sia nuove iterazioni di gesti che l’artista ha già esplorato in passato, che nuovi approcci all’oggetto-quadro.
Al primo gruppo si possono far corrispondere, ad esempio, i quadri realizzati incastrando una bomboletta spray tra la tela e il telaio del quadro: la tela facendo pressione sulla valvola
stimola la fuoriuscita del colore, (auto)tingendosi. In queste opere Binet afferma quello che si direbbe un vero e proprio “rifiuto”, sia di dipingere la tela, che di “impregnarla” della propria
soggettività artistica. Il precipitato del suo gesto è, del resto, un segno impreciso e ambiguo, la cui interpretazione spetta solo allo spettatore.
ccanto a queste opere Binet presenta dei dipinti su tela, realizzati in passato, ma recentemente rilavorati – o meglio: divelti, sfondati e smembrati – e quindi incrociati in un telaio di ferro.
Queste opere emergono da un gesto forse più efferato di quello descritto in precedenza, un vero e proprio tentativo di annichilimento del sé e delle proprie rappresentazioni. Tale gesto,
tuttavia, manifesta tutta la radicalità insita nel fare di Binet, un antagonismo che porta l’artista a pensare alla creazione come a un tentativo di scavare una via di fuga
per il sé pittore al di là della pittura stessa.
catalogo mostra
Jonathan Binet
Saggio di Michele D'Aurizio
48 pagine, immagini a colori
500 copie numerate
Pubblicato da Galleria Mazzoli. Modena, 2017.