26 Gennaio 2013 - Aprile 2013
Die Verwindung - Nicola Samorì
Galleria Mazzoli // Via Nazario Sauro n.62, Modena
Nicola Samorì è nato a Forlì nel 1977, vive e lavora a Bagnacavallo (Ra).
Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna dove si è diplomato nel 2004. Fra le prime esposizioni si segnalano: Dei Miti Memorie alla Central TAFE Gallery di Perth (2003); Sine die al Museo d’Arte Contemporanea di Gibellina (2007); Arte Italiana 1968-2007. Pittura a Palazzo Reale, Milano; Not so private. With my tongue in my cheek a Villa delle Rose di Bologna (2008).
Nel 2010 affiorano le prime scorticature della superficie pittorica: il rovescio della forma si espone in tutta la sua freschezza e brutalità come pelle strappata. Processo chiaramente leggibile in due mostre datate 2011: Imaginifragus alla Christian Ehrentraut Gallery di Berlino e Baroque alla LARMgalleri di Copenhagen.
Il biennio di lavoro 2010/2012 è confluito nella prima mostra museale all’estero dal titolo Fegefeuer, ospitata dalla Kunsthalle di Tubingen (settembre-dicembre 2012).
Del gennaio 2013 è Die Verwindung, personale dell’artista alla Galleria Emilio Mazzoli di Modena; in quest’occasione “l’artista ha finito per castigare ciò che aveva composto, giungendo così all’inevitabile e irrinunciabile assassinio della pittura.” (Alberto Zanchetta).
A novembre dello stesso anno si è tenuta la seconda personale alla Christian Ehrentraut Gallery dal titolo Guarigione dell’Ossesso, un corpus di immagini che fissa la disillusione e la capacità di allontanare da sé la fede cieca che muove le azioni dell’ossesso/artista.
Nel 2014 si sono succedute mostre personali e collettive allo Schauwerk di Sindelfingen, al MAC di Lissone, alla Kunsthalle di Kiel e negli interrati palladiani di Palazzo Chiericati a Vicenza.
L’anno successivo l’artista è selezionato per rappresentare l’Italia alla 56ª edizione della Biennale di Venezia. Lo stesso anno partecipa a Gare du Nord presso il Teatro Anatomico di Amsterdam, a Gare du Sud nel Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna e il TRAFO Centre for Contemporary Art di Szczecin gli dedica una vasta personale.
Nel 2016, dopo il primo progetto personale alla Galleria Monitor di Roma, la Galerie EIGEN+ART ha presentato un solo show nella sua sede di Lipsia, al quale ha fatto seguito la partecipazione alla 16ª Quadriennale di Roma.
Nel suo percorso si evidenzia il tentativo di mettere in pericolo forme derivate dalla storia della cultura occidentale, espressioni dense e ripetitive che popolano, talvolta inconsciamente, il nostro immaginario. In esse l’apertura del corpo rappresentato e della superficie pittorica si mostrano senza soluzione di continuità e si ha l’impressione che la nascita di una nuova opera comporti sempre la sparizione di una antica.
COMUNICATO STAMPA
Nicola Samorì inaugura la sua prima mostra personale
presso la Galleria Mazzoli di Modena. Il titolo della mostra, Die Verwindung, è preso in prestito
da Heidegger e indica un atteggiamento infedele nei confronti della tradizione, ossia un
tradimento – che è anche un’abietta transizione – che riprende e al contempo ripensa i
tegumenti della pittura. Tale distorsione/dislocazione ha permesso all’artista di investigare e
reinterpretare la Storia dell’arte, mettendo in pratica i suoi delitti-diletti ai danni della pittura
(disciplina accettata come eredità scomoda ma allo stesso tempo necessaria).
Nel loro farsi e disfarsi, i dipinti assecondano un’intrinseca frantumazione “dell’identità e
dell’identico” che intende scandagliare i limiti grammaticali e le possibilità sintattiche di
immagini estremamente diffuse. Trafugando le memorie che languono nelle pinacoteche di
tutto il mondo, Samorì ha quindi deciso di profanare i capolavori dell’arte, nella speranza di
«comprendere la vitalità violata della nostra cultura, un capitale inconscio e materiale».
Incoraggiando la forza istintiva e distruttiva dell’organizzazione formale, i quadri di questa
mostra infrangono l’armonia delle immagini per svelare e svellere la pittura stessa.
Trasformando i suoi soggetti in molossi (vale a dire: in una materia in via di disgregazione che
regge su di sé l’insopportabile gravame del supplizio), l’artista ha finito per castigare ciò che
aveva composto, giungendo così all’inevitabile e irrinunciabile assassinio della pittura. Nelle
opere realizzate espressamente per gli spazi della galleria, Nicola Samorì ha infatti voluto
turbare, deturpare e deformare la pittura, mettendone in evidenza il suo aspetto emofiliaco, di
sanguinosa metamorfosi..
catalogo mostra
Nicola Samorì
Die Verwindung
Testi di Franco Rella e Alberto Zanchetta
109 pagine, immagini a colori
500 copie numerate
Pubblicato da Galleria Mazzoli. Modena, 2013.